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...con una giusta modalità

È molto facile arrabbiarsi, tutti possono farlo.
Ma arrabbiarsi con la persona giusta, ad un giusto livello,
al momento giusto, per un giusto scopo ed con una giusta modalità,
questo non è cosa facile

Aristotele

La collera del bambino: conoscerla per gestirla.

Mario Di Pietro

Tutti i bambini di tanto in tanto provano sentimenti più o meno accentuati di collera. Finché si mantiene entro determinati limiti e non interferisce con la socializzazione la collera essa fa parte del normale processo di crescita. Alcuni bambini sono in grado di far fronte ai loro sentimenti di rabbia senza esserne sopraffatti, altri invece necessitano di essere guidati nell’apprendimento di strategie di autocontrollo. Di seguito vengono forniti alcuni suggerimenti per aiutare questi bambini. Naturalmente se la rabbia è collegata a un disturbo psicopatologico l’aiuto che potrà fornire il genitore non sarà sufficiente, ma bisognerà ricorrere a uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Le indicazioni che seguono possono comunque essere di aiuto alla maggior parte dei bambini che presentano manifestazioni di collera.

1. Insegnare a riconoscere la propria rabbia.
Molti bambini che presentano problemi nella gestione della rabbia, non sono capaci di definirla. E’ quindi importante aiutare il bambino a capire che la rabbia è un’emozione spiacevole, ma naturale, che si verifica quando succede qualcosa di negativo. E’ bene far capire al bambino che il sentimento di rabbia può comparire come semplice irritazione (se leggero) o collera violenta (se intensa). Si potrà chiedere al bambino di descrivere momenti o situazioni in cui si è sentito frustrato, arrabbiato oppure furioso. Di sicuro il definire i differenti livelli di rabbia è un utile aiuto per introdurre ulteriori spiegazioni sull’autocontrollo.

2. Insegnare a riconoscere i segnali della rabbia.
Mettere il bambino in grado di essere consapevole della propria collera implica il riconoscimento dei segnali che spesso sono indicatori dell’elevata intensità delle emozioni. Questo può avvenire mediante una discussione col bambino in cui per prima cosa si spiega che tutti provano rabbia, ma che l’intensità dell’emozione dipende dall’importanza o dalla gravità che si attribuisce a ciò che è successo. Si spiegherà al bambino che la collera si manifesta a tre livelli: nel corpo, nella mente (pensiero) e nel comportamento (azione). E’ utile fare, assieme al bambino, una lista di segnali corporei, mentali e comportamentali che possono essere generati da tale emozione.
Dopo aver compilato la lista, si dedicherà un po’ di tempo alla discuterne di situazioni in cui tali segnali possono essere riconosciuti. Si chiederà al bambino quali segnali di collera pensa di aver manifestato in occasione di eventi che lo hanno particolarmente turbato.
Si possono fare degli esercizi di simulazione per mostrare come si reagisce quando si è arrabbiati
e per mostrare quali segnali di tipo comportamentale compaiono quando si è molto frustrati e arrabbiati. Prima il genitore darà alcuni esempi, poi toccherà al bambino dare dimostrazione dei segnali di rabbia e il genitore li identificherà.

3. Insegnare il rilassamento.
Una volta che il bambino abbia appreso a identificare il momento in cui comincia a provare rabbia, è pronto per acquisire le abilità per affrontarla e ridurla. Un primo passo molto importante è quello di imparare ad attenuare la tensione fisica mediante il rilassamento. Questo può essere attuato in diversi modi, a seconda dell’età del bambino e a seconda delle sue caratteristiche. Un metodo semplice, accessibile a tutti è il rilassamento basato sulla respirazione. Consiste nell’insegnare
bambino ad effettuare una respirazione diaframmatica che implica il sollevare ed abbassare l’addome con ritmo regolare, cercando di far durare la fase di espirazione un po’ più a lungo della fase di inspirazione. Si può combinare la respirazione profonda con la visualizzazione. Per esempio si può chiedere al bambino di immaginare di avere una candela di fronte: se espira farà tremolare la candela senza spegnerla.

4. Insegnare a utilizzare il dialogo interno
Il passo successivo per il controllo della collera implica l’utilizzo del “dialogo con se stessi”. Consiste nell’apprendere a parlare interiormente a se stessi in modo utile per mantenere la propria collera a un livello di intensità adeguato. Si spiega al bambino che parlando se stesso in maniera positiva acquisterà una maggiore capacità di controllare anche la rabbia. Si mostra al bambino che questo obiettivo può essere raggiunto utilizzando frasi simili a queste:
• “Posso controllarmi”
• “Cerco di rimanere calmo”
• “Posso ignorare le sue provocazioni”
• “Mi sto innervosendo, è il momento di fare qualche respiro profondo”
• “Non permetterò alla rabbia di controllarmi”
• “E’ fastidiosi quello che mi hanno detto, ma sono solo parole sciocche”.

Quando il bambino ha capito la finalità del dialogo interiore si possono applicare esercizi e giochi di simulazione.

5. Insegnare ad agire efficacemente
La fase finale dell’allenamento all’autocontrollo consiste nell’insegnare come agire effettivamente con la rabbia, mediante un’azione o risolvendo il problema che originariamente ha fatto arrabbiare la persona. Intraprendere un’azione può consistere nell’esprimere i propri stati d’animo in modo assertivo, allontanarsi dalla situazione, chiedere l’aiuto di qualcuno.

E’ importante ricordare al bambino di mettere in pratica l’autocontrollo nella vita di ogni giorno in famiglia, a scuola e con gli amici. Se il genitore si accorge che il bambino appare frustrato o sul punto di arrabbiarsi potrà rivolgersi a lui dicendogli: “Questo mi sembra un buon momento per provare le tecniche di trasformazione della rabbia”.

Anche per quest’anno, dunque, attraverso questo strumento educativo che è diventato il Calendario di Ambarabà, il messaggio da trasmettere al bambino è che è normale sentirsi ogni tanto arrabbiati, tutti si arrabbiano, la rabbia non è di per sé cattiva, l’importante è come ci si comporta quando si è arrabbiati.

Mario Di Pietro
Supervisore Institute for Rational-Emotive Therapy, New York